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Comunità Cattolica Indipendente “Agnus Dei”

Associata al Sinodo Generale della Chiesa Protestante Unita

Un pensiero sulla SPUC 2023 (“Imparate a fare il bene, cercate la giustizia” cfr. Is 1,17)

Con il periodo 18-25 di Gennaio di questo anno siamo dentro le Celebrazioni della Sessantesima settimana per l’unità dei Cristiani, che ebbe inizio dal moto per il Dialogo ecumenico del Concilio Vaticano II.

Quest’anno si parte dagli “ultimi”: le Chiese del Minnesota, che hanno redatto il materiale ufficiale diffuso attraverso il Consiglio mondiale delle Chiese e i vari Enti nazionali interni e paralleli alle Strutture ecclesiastiche, hanno pensato di portare a riflessione la diffusione del Cristianesimo nelle popolazioni nativo-americane che, per un atteggiamento discriminatorio e pesantemente etnocentrico, vennero definite con il termine di “pellirossa” (per il colore con cui si adornavano in preparazione alla battaglia).

Dalla Spiritualità del mondo nativo americano il Nostro Occidente che si autodefinisce come “evoluto” e “progressista” dovrebbe ancora imparare molto: basterebbe solo riflettere sulla bellissima traduzione che il Ministro della musica battista, Carlo Lella, propone per l’inno Dakota “Many and Great o God (LAQUIPARLE)” (proposto tra i Canti per le Celebrazioni ufficiali) : “Tu che hai creato il cielo e le stelle ravviva le nostre vite”.

Il Mito della Tecnologia in grado di sostituire completamente l’opera della creazione (che viene ancor più rafforzato con lo sviluppo recentissimo delle ricerche basate sull’Intelligenza artificiale) spinge il Mondo capitalista ad auto-percepirsi come “Onnipotente” e, dove ci si sostituisce all’opera di un Dio benevolo ed amorevole verso tutte le creature, subentra un’uomo arrogante capace solo di distruggere e il rapporto tra sè e il creato, oltre al rapporto tra sè e gli altri esseri viventi con cui convive.

Senza “nascondersi dietro un dito” troppo spesso noi tutti (senza esclusione alcuna) pecchiamo pesantemente facendo davvero del male profondo con gli atteggiamenti, la maldicenza, la superbia e l’arroganza.

La bellissima canzone che circola nel mondo cattolico “Che siano una sola cosa” (che risente comunque di un linguaggio vicino al mondo del post 1968) pone una domanda a cui non sembra trovare risposta: “Cristo che cosa chiede?”.

Appunto: il Cristo come interpella la coscienza di noi come singoli in attesa del Suo ritorno? Occorre un serio esame di coscienza, serio, ma, al contempo, fiducioso dell’immensa Misericordia di Dio al quale ci viene chiesto di accostarci “dunque con piena fiducia al trono della grazia, per ottenere misericordia e trovare grazia ed essere soccorsi al momento opportuno” (cfr Eb 4,16).

Dentro questo esame occorre farsi delle domande a cui darsi serenamente risposta:

  1. Mi sono per caso sostituito a Dio e Gli ho impedito di operare nella mia vita e in quella degli altri accanto a me?
  2. Sono stato attento a rispettare l’ambiente quale dono di un Dio che, meravigliosamente, “veste l’erba del campo” (cfr. Mt 6,30) e ho dato il mio personale contributo a non deturpare quello che mi circonda?
  3. Come ho trattato gli altri, tutti gli altri che mi circondano? Li ho amati come Gesù ha fatto per tutti noi, o li ho usati come strumenti da “tenere sotto osservazione”, pedine da usare a mio piacimento con il solo scopo narcisistico di usarle per soddisfare il mio IO che rinuncia a DIO?
  4. Che uso ne ho fatto del danaro che mi arrivava: l’ho utilizzato per il bene di me stesso, la mia famiglia, l’esercizio concreto della carità e l’aiuto alla mia chiesa o l’ho sperperato inutilmente a danno di tutti?
  5. Mi sono adoperato quale strumento di Giustizia e non di maldicenza: sono stato capace di usare il Dono della Parola per costruire e non distruggere, se non peggio, uccidere l’altro?

In una Settimana dove si riflette sul tema della Giustizia è fondamentale farsi queste domande, ma, soprattutto, è ancor più importante adoperarsi per il Bene: ce lo chiede il Mondo e ce lo chiedono le Chiese che, onestamente, cercano di seguire umilmente il Sentiero di Pace e Bontà bagnato del sangue che Gesù ha sparso dalla croce per ognuno di noi, indistintamente.

Vi auguro ogni bene e Vi abbraccio tutti nell’Amore tenero di Dio

Don Gilberto Barbieri

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